INVESTIRE NEL DOMANI
Senza ripresa della crescita demografica anche la crescita economica dell’Italia avrà le gambe corte.
La demografia che spiega la forza economica più potente derivante dallo sviluppo o dal declino della popolazione è in questi anni, almeno in Italia, fuori dagli schemi radar dei cittadini, delle imprese e delle forze politiche.
A pochi interessa quello che succederà tra vent’anni, a parte ai giovani, che però da decenni stanno diventando la parte minoritaria della popolazione. Gli ultimi dati disponibili dicono che il tasso di fertilità (numero medio di figli per nucleo famigliare) è sceso al 1,3%. Si stima dovrebbe raggiungere il 2,1 per garantire, al netto dell’immigrazione, un equilibrio generazionale, cioè il rimpiazzo coi neonati degli anziani deceduti.
Nostri punti di riferimento sono la Francia e la Svezia che attraverso politiche attive a sostegno delle famiglie sono arrivate a percentuali dell’1,9 .
La vita media attesa intanto continua ad aumentare in 10 anni è salita dai 74 agli 84 anni, tutti numeri che portano al verificarsi di due conseguenze economiche pesanti: l’attuale sistema pensionistico difficilmente può reggere questo divario fra neonati e anziani e i costi sanitari saranno in continuo aumento.
I maggiori costi non potranno che essere finanziati o con un maggior debito o con aumento della pressione fiscale o con lo sviluppo, quest’ultimo difficile però da conseguire se la base degli occupati giovani tende a diminuire .
Ci si attenderebbe che la politica si fosse occupata di questi temi demografici almeno con interventi coerenti sui flussi migratori qualificati o con l’innalzamento dell’età pensionabile, tuttavia i suddetti provvedimenti sono stati accantonati in quanto fanno perdere voti da parte di una popolazione a prevalenza sopra i 40 anni, alla quale non è realistico, e forse neanche giusto, anteporre ai propri interessi quelli delle future generazioni .
La via di uscita da questo circolo vizioso viene ora decisa da un intervento imprevedibile quale la pandemia che ha prodotto l’opportunità per il Paese di disporre di fondi eccezionali derivanti dal noto Recovery Fund battezzato dall’Europa Next Generation (cioè generazione futura).
Un’occasione unica per ottenere risorse finanziarie aggiuntive da investire in assegni famigliari, asili nido, incentivi fiscali, insomma tutto quello che è necessario perché una coppia si senta supportata nella sua avventura di generare nuove vite e invertire il declino demografico attuale.
Purtroppo il programma europeo è conteso da molteplici pretendenti e dalle richieste più disparate dei partiti, tuttavia la proposta di investire in via prioritaria nello sviluppo demografico potrebbe essere quella più aggregante, priva di colorazioni politiche e appartenenze tali da essere fatta propria dal nuovo governo in corso di costruzione targato Draghi .
A nostro avviso non c’è nulla di più trasversale e capace di invertire la rotta del paese di un tema come questo.