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Risiko banche  

2015-10-12 00:00:00.0000000

RISCHIO BANCHE

(avevamo preannunciato, non solo la difficoltà di ottenere credito, ma anche un aumento del rischio banche per le Pmi)

 

Il 5 febbraio una nostra newsletter preannunciava problemi in arrivo nel mondo delle Banche Popolari, ora chiari in tutta la loro evidenza e gravità.

Prima della pausa estiva abbiamo argomentato sulla nuova direttiva Ue sul cosiddetto ‘bail-in’, letteralmente salvataggio interno di una banca in crisi, fino alla conversione in azioni dei depositi per importi superiori a 100.000 €, salvaguardati dal Fondo di Garanzia governativo.

 

Non siamo degli indovini, ma avevamo percepito da tempo che il sistema bancario italiano, compreso quello veneto, stava entrando in una crisi dagli sviluppi imprevedibili, che non avrebbe certo fatto bene alla Pmi, molto dipendenti dal credito bancario.

 

In queste ultime settimane ne sappiamo di più. Abbiamo appreso che il sistema delle banche popolari è stato male amministrato così come il sistema della Casse Rurali.

 

Le banche regionali, chi più e chi meno, hanno proceduto ad erogare credito col sistema delle relazioni più che ad analizzare il merito creditizio e hanno accumulato sofferenze e perdite preoccupanti per la sopravvivenza delle banche stesse. Pertanto i risparmiatori/azionisti, in passato invitati a sottoscrivere aumenti di capitale, descritti privi di rischio, a volte sotto il ricatto del mancato rinnovo dei fidi o la mancata erogazione di finanziamenti vitali per le Pmi, nei casi peggiori, o nei casi migliori al fine di ottenere condizioni agevolate, hanno ora in portafoglio azioni deprezzate e di cui non si possono liberare, in attesa che tali banche siano quotate. Purtroppo fra qualche mese si verificherà, a nostro avviso, che le perdite saranno ben maggiori di quelle attese e che per qualche Pmi ci sarà il rischio della richiesta di rientro dei fidi, non più garantiti.

 

In questo quadro desolante e di sconcerto, è bene verificare il proprio rating perché assistiamo ogni giorno ad un fenomeno preoccupante di atteggiamento ‘monopolista’ di alcune grandi banche. Unicredit e Gruppo Intesa (che comprende, per chi non lo sapesse ancora, anche la Cassa di Risparmio del Veneto) le quali detengono attualmente oltre il 50% delle quote di mercato del credito e si muovono di conseguenza sia nella fase di erogazione del credito, imponendo fidi e condizioni, sia nella fase di ristrutturazione dei debiti, con un atteggiamento poco incline ad aiutare le Pmi in difficoltà. Stiamo constatando che solo le Pmi che hanno un rating positivo e che si colloca nella parte alta della scala di valutazione trovano udienza e soddisfazione da parte di tali banche.

Finora questo atteggiamento di rigidità da parte di queste due banche era stato mediato dalla possibilità di rivolgersi ad altre banche regionali/popolari e al sistema delle casse rurali, che, come anzidetto, è attualmente entrato in crisi.

Per non parlare della Banca Antoniana, fusasi nel Montepaschi, i cui problemi oramai sono noti a tutti e sono descritti sulla stampa nazionale e locale in continuazione.

Il risiko bancario che è in atto, e per tale ci riferiamo alle voci in corso di fusioni o accorpamenti fra le diverse banche, ci preoccupa ancor di più.

Descriviamo di seguito le banche coinvolte:

Mps: banca nazionale data in sposa dai giornali a volte ad un compratore estero, altre volte ad Unicredit o ad Intesa, o ad entrambe. Da tale operazione risulterebbe un gruppo bancario troppo grande, pertanto riteniamo che la Bce difficilmente la potrebbe avvalorare. In ogni caso qualcosa succederà ad Mps che da sola non riesce a far quadrare i conti.

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca: poiché sono in crisi e molto chiacchierate, vengono previste operazioni di fusione o fra le due banche, per provare a formare un sistema veneto delle banche popolari, o in alternativa una fusione con Banco Popolare di Verona o con Popolare di Milano e così via.

Di Carife sappiamo che è commissariata e che non può proseguire da sola.

Banca Popolare di Marostica, operante anche nel padovano, si è fusa di recente con la Volksbank di Bolzano

Infine anche Carige non se la passa bene, con perdite di bilancio e ristrutturazioni in corso.

 

Alla finestra sono Banco Popolare di Vr, Ubi, Popolare di Milano, Banca Popolare di Emilia e Ravenna, che hanno già proceduto con interventi in passato di ristrutturazione che hanno dato risultati positivi e che vengono date dall’opinione degli addetti ai lavori un giorno come banche aggreganti, un altro come interessanti prede.

 

Restano fuori da tale risiko attualmente ben poche banche, quali Friuladria e la Sparkasse di Trento e Bolzano.

Nel frattempo anche tutto il sistema delle Casse Rurali è in fermento e non gode di ottima salute.

Sappiamo che la Bcc dell’Alta Padovana è commissariata, altre Bcc minori in zona soffrono per cui o sono assorbite o accorpate da altre (Bcc Euganea assorbita da BCC Banca Sviluppo di Roma, Bcc Atestina oggetto di fusione con Bcc Prealpi di Treviso e così via).

 

Tirando le conclusioni avvertiamo la nostra clientela dell’opportunità di rivedere l’intero impianto creditizio alla luce dei predetti avvenimenti, sia per quanto riguarda l’assetto creditizio che di scelta di quali banche privilegiare per tenere in deposito la liquidità aziendale.

 

Meglio programmare per tempo con quali banche operare, facendo una attenta scelta prima che si verifichino fusioni ed accorpamenti che possono determinare una diminuzione del credito o nel caso peggiore accertare perdite generate dall’operare a condizioni maggiorate.

 

Il nostro ufficio è a disposizione per una riverifica periodica dell’assetto creditizio e del rating goduto presso le diverse banche, operazione quanto mai utile ed opportuna in questa fase di cambiamento del sistema bancario locale.