Mrel, un nuovo vincolo in arrivo per le banche (e sono già troppi).
Il comitato europeo di risoluzione delle crisi bancarie (Srb) ha annunciato l’arrivo di un nuovo vincolo per i conti aziendali del sistema creditizio.
Si chiama Mrel (Minumum requirement and eligible liabilities) ed è un misuratore delle capacità della banca di assorbire le perdite: si sostanzia nell’obbligo per l’istituto di credito di detenere una certa quantità e tipologia di titoli per far fronte ad un’eventuale crisi. In sostanza si tratta dell’ultimo argine prima del famoso bail in.
Tecnicamente non è quindi un requisito sul capitale come quelli sul rischio o sull’indebitamento di Basilea 3, ma è sempre un vincolo, che porterebbe, stando a sentire le banche, ad un maggior costo della raccolta e dunque ad una limitazione della capacità di concedere prestiti.
Da Bruxelles arriva il richiamo della BCE ad evitare la previsione di cuscinetti aggiuntivi di capitale per le banche sottoposte a vigilanza diretta e sottoposte all’ultimo test di solidità (Srep). Infatti nuovi requisiti non possono essere imposti in relazione ad ipotetiche situazioni di scenari negativi, e il nuovo parametro ha una funzione differente poiché è stato previsto dalla direttiva sulle risoluzioni delle crisi bancarie.
Giovanni Sabatini – direttore dell’ Abi afferma: “ Molto dipenderà da come il Mrel verrà articolato anche se certamente potrà determinare un innalzamento dei requisiti di capitale e un aumento del costo di raccolta, dato che le banche dovranno collocare i titoli richiesti per assorbire le perdite presso gli investitori istituzionali con l’inevitabile e conseguente effetto di limitare le capacità di concedere prestiti all’economia”.
L’Abi, solo poco tempo fa, ha calcolato l’incidenza deli vincoli imposti al sistema del credito dalle varie autorità di erogazione – se ne contano 8 – entrate in campo dopo la crisi del 2008. Ebbene, a parità di ammontare di capitale si è più che dimezzata la capacità di erogare crediti.
A nostro avviso il Mrel è un nuovo vincolo inopportuno in una fase di crisi . Infatti facendo un raffronto fra la situazione ante 2008 e quella attuale , i finanziamenti erogabili dalle banche sono già diminuiti del 50%. .
In questo contesto non c’era proprio la necessità di imporre un nuovo vincolo. Non vorremmo che a forza di vincoli il mercato del credito fosse così ingessato da determinare un rallentamento dall’uscita dalla crisi .
Nuovi vincoli , utili ad evitare bolle speculative o crisi di sistema, andrebbero posti in fase di sviluppo e non in una fase di timida ripresa.