MIFID 2
Quando la trasparenza conviene a tutti, anche alle banche
Mifid è l’acronimo di Markets in Financial Instruments Directive, provvedimento emanato dal Parlamento U.E. il 21.04.2014 con finalità di tutelare gli investitori-risparmiatori, rafforzare i meccanismi concorrenziali fra gli intermediari finanziari e ridurre i costi dei servizi offerti.
A decorrere dal 3 gennaio 2018 è in vigore il Mifid 2 che prevede ulteriori presidi a difesa dei risparmiatori / investitori. Porta con sé una serie di cambiamenti radicali nel business della consulenza finanziaria: dalla maggiore trasparenza sui costi, che dovranno essere analiticamente esposti, a una maggiore pressione concorrenziale e quindi riduzione dei ricavi degli intermediari finanziari, costretti a cambiare struttura.
Per il cliente ci sarà la possibilità di beneficiare di una consulenza finanziaria indipendente, tuttavia banche ed intermediari devono prestare il servizio su base indipendente o non dipendente ma con strutture diverse: la stessa persona fisica non può offrire due forme di consulenza. Chi presta il servizio su base indipendente non potrà ricevere o trattenere alcun tipo di incentivo al collocamento di determinati prodotti dalle società emittenti. Per contro la ‘vecchia’ forma di consulenza non indipendente potrà continuare a basarsi sulle retrocessioni, esplicitandole e a condizione che ci sia un effettivo innalzamento della qualità del servizio reso.
Mifid 2 ha quindi la finalità di rendere più comparabili tutti i costi dei prodotti finanziari, che dovranno essere in ogni caso esplicitati, dettagliati e giustificati e prevede per i consulenti vincoli più stringenti in termini di aggiornamento e formazione.
I destinatari dei nuovi servizi evoluti sarebbero in prima battuta i clienti di elevato standing, verosimilmente in grado di apprezzare in modo maggiore il valore aggiunto dietro la prestazione di questo nuovo modo di fornire la consulenza finanziaria. Gli sforzi potrebbero però concentrarsi da parte delle banche anche sul retail, in modo da ottimizzare, nel rispetto di Mifid2, la gestione di un patrimonio che giace inutilizzato presso conti correnti e depositi (32% a fine 2016 secondo dati Bankitalia). I ricavi conseguibili sia dai risparmiatori che dalle banche potrebbero trasformare Mifid 2 da una minaccia per banche (minori introiti) e fastidio per i risparmiatori (maggiori passaggi burocratici) in opportunità per entrambi i soggetti in questione.