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LA GERMANIA IN CRISI NON SOLO NEL SETTORE AUTOMOTIVE MA PURE NEL SETTORE BANCARIO 

2019-11-18 00:00:00.0000000

LA GERMANIA IN CRISI NON SOLO NEL SETTORE AUTOMOTIVE MA PURE NEL SETTORE BANCARIO

Non è che mal comune sia mezzo gaudio, ma assistere al cambio di rotta del Governo tedesco sull’annosa questione dell’Unione Bancaria fa intendere che anche le banche tedesche non se la passano bene.

Le autorità tedesche stanno da mesi cercando di salvare la Nord Landes Bank una delle più importanti banche a controllo pubblico.

La crisi della banca viene da lontano ed è figlia come fu per le nostre Banche Popolari di una strategia aggressiva di espansione dei crediti fin dagli anni ottanta. Il quadro complessivo è di una banca con capitale insufficiente (metà di quello regolamentare previsto dai requisiti di Basilea, appena il 2% rispetto all’attivo, cioè con una leva di 50 volte) e una redditività irrisoria.

Nonostante questi numeri da brivido il governo tedesco ha rifiutato soluzioni traumatiche come l’ingresso nel capitale di fondi di private equity o peggio ancora la liquidazione come invece fu imposto alle nostre Banche Popolari messe nelle medesime condizioni.

A quanto pare la Direzione Generale alla Concorrenza della Comunità Europea (Dg Comp) interpellata in merito alla volontà di procedere al salvataggio di tale banca, immettendo 1,7 miliardi di denari pubblici da parte dello Stato della Bassa Sassonia, non sarebbe contraria in quanto non comporterebbe un aiuto di Stato.

Ricordiamo che la medesima commissione tenne un diverso atteggiamento nel caso della banca italiana Tercas e di tutte le intricate vicissitudini delle Banche Popolari Venete e delle banche del Centro Italia (Etruria, Marche, Carichieti e Cassa di Ferrara), imponendo perdite per gli azionisti e obbligazionisti, in gran parte risparmiatori ignari dei rischi a cui andavano incontro.

I fatti stanno a dimostrare che le crisi bancarie, soprattutto se di carattere sistemico, si risolvono se si ha a disposizione una rete di protezione pubblica o para-pubblica, conclusione a cui anche la Germania sembra ora arrivare.

Quindi bisognerà dichiarare che il bail-in o la liquidazione sono sistemi inadeguati o iniqui per risolvere le crisi bancarie sistemiche, come finora applicato in Europa ed in Italia come esperimento finito male. Bisognerà convenire tutti che è urgente completare l’unione bancaria in Ue e che un vero meccanismo europeo di assicurazione dei depositi è urgente.

Allora le proposte del ministro del Tesoro Tedesco, che nel riprendere l’argomento dell’integrazione del sistema bancario europeo ha fatto riferimento al modello Usa e al loro ente di assicurazione dei depositi, potranno trovare credito ed essere esaminate senza riserva mentale. Perché prima o poi i tedeschi dovranno ammettere che anche il loro sistema bancario è estremamente fragile e che può condizionare il risanamento di questo settore nevralgico dell’economia europea, attuabile solo mettendo tutti i paesi e tutti gli stati nello stesso piano però.

L’estrema rigidità con cui sono state trattate le banche italiane in passato non depone a favore di un disinteressato cambio di clima di fronte alle crisi attualmente manifestatesi in Germania.

Stiamo a vedere, tuttavia sarebbe un errore da parte del governo italiano e da parte della Banca d’Italia non sfruttare gli spazi che si son aperti e che possono condurre a una migliore definizione dell’unione bancaria europea e alla nascita di un fondo europeo di assicurazione dei depositi.