SOTTO LE BANCHE EUROPEE UNA MINA DA 400 MILIARDI DI EURO
Secondo la Federazione Bancaria Europea le nuove regole di Basilea 3, che entreranno in vigore dal 2022 progressivamente per andare a regime nel 2027, porteranno un aumento di fabbisogno di capitale aggiuntivo per le banche europee tale da poter ridurre il Pil del Vecchio Continente dello 0.4%.
Secondo i calcoli previsionali della Federazione Bancaria Europea il fabbisogno rasenta i 400 miliardi di €. Per questo motivo le banche hanno lanciato un avvertimento alle autorità Ue per cercare di mitigare questo effetto sui propri conti e indirettamente sul Pil europeo, specie in questa fase di difficile crescita dello stesso.
Fortunatamente per le banche Italiane, che in genere adottano modelli standard di ponderazione del rischio, a parte alcuni grossi gruppi creditizi, l’impatto sarà minore, anche se poi a cascata ci saranno comunque una serie di implicazioni che toccheranno il rapporto Banche - clientela ed in particolare quello con le Pmi.
Infatti il nuovo accordo di Basilea prevede la soppressione del così detto ‘Pmi supporting factor’, cioè lo sconto concesso in termini di accantonamenti alle banche per i finanziamenti concessi alle Pmi. Inoltre viene penalizzata l’erogazione del credito verso le Pmi senza rating, cioè quello derivante dal bilancio: questo potrebbe penalizzare le piccole aziende italiane, fatte di piccole imprese ed esercizi commerciali con contabilità semplificata.
Infine con il nuovo accordo Basilea verrà introdotto l’obbligo di accantonamenti sull’accordato (fidi) e non sul suo utilizzo, come fatto finora, e questo potrebbe ridurre la disponibilità complessiva di credito concesso a ciascuna impresa.
L’impatto di queste modifiche previste negli anni futuri già si percepisce sui mercati: infatti alcuni grossi gruppi bancari si sono dimostrati nell’ultimo anno più selettivi nell’erogazione del credito alle Pmi e pronti ad aumentarne il costo.