AREA RISERVATA 

Utente
Password

News

Le imprese in cerca di credito 

2011-03-29 00:00:00.0000000

LE IMPRESE IN CERCA DI CREDITO PREFERISCONO LE BANCHE LOCALI

( Informazioni raccolte da Report di Fondazione Nord Est, commentate dal nostro ufficio)
 
Le imprese, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, hanno gradualmente cambiato partner bancario, privilegiando gli istituti territoriali e locali. Se infatti nel maggio del 2009 il 62,4% degli imprenditori affermava di essere indifferente alla scelta dell’Istituto Bancario, attualmente il 51% afferma di scegliere con maggior sicurezza e fiducia una banca del territorio.
Le imprese cercano sempre di più negli istituti di credito un partner vicino ai loro interessi e alle loro dinamiche economiche. Tuttavia poiché le imprese non sono ancora pienamente uscite dalla crisi e permanendo una richiesta di credito incentrata sulla “tutela” dell’azienda (finanziamenti per il sostengo del circolante, consolidamento di indebitamento a breve etc.) piuttosto che dal proposito di nuovi investimenti ed acquisizioni, continua la rigidità nell’erogazione del credito da parte del “sistema bancario” ed anzi si sta verificando un aggravio continuo del costo in termini di tassi e condizioni accessorie.  
Lo spostamento della pressione del credito da parte delle Pmi dai principali gruppi bancari a carattere nazionale alle banche locali e alle BCC in particolare, è stato accompagnato da un taglio del credito che ha interessato in misura maggiore le imprese a cui è associato un rischio elevato: a fine 2009 la riduzione per le imprese ad alto rischio è del 10%, del 4% per le imprese a rischio medio, del solo 2% per le imprese a rischio basso. E’ chiaro che tutte le banche ed in particolare quelle che adottano rigidi criteri mutuati dall’accordo di Basilea 2 stanno diminuendo la loro propensione a operare con clientela di non elevata qualità: Ma mentre le banche di grandi dimensioni hanno tagliato il credito in maniera considerevole (-5 % rischio basso, -8 % rischio medio,     - 14% rischio alto), le banche territoriali hanno solo ridotto il tasso di incremento passato da +13% al + 3% per le imprese a rischio basso, da + 12% a + 2% per le imprese a rischio medio, da + 6% a – 2% per le imprese a rischio alto. In estrema sintesi le banche piccole si sono mantenute in territorio positivo, le grandi hanno effettivamente ridotto il credito complessivo alle aziende.
 
Purtroppo segnaliamo che negli ultimi mesi anche le banche del territorio iniziano a denunciare una tendenza alla restrizione del credito e soprattutto all’aumento dei tassi e delle commissioni. Evidentemente anche le banche di minori dimensioni ed in particolare le BCC danno la sensazione di essere a corto di liquidità e tendono a rallentare se non scoraggiare il ricorso al credito, casomai facendosi pagare di più gli interventi. Non sono sporadici i casi in cui ai soci o alle stesse aziende viene “consigliato” per il mantenimento di una regolare e soddisfacente relazione l’opportunità di aprire conti con saldi creditori, sottoscrivere obbligazioni o divenire soci per somme maggiori delle precedenti quote nominali di scarsa rilevanza. Sono tutti segnali che confermano che anche le banche locali hanno corso molto e stanno attraversando una battuta di arresto. L’entrata in vigore, anche se in modo graduale, del nuovo accordo di Basilea 3 renderà gli istituti di credito maggiori ancor più prudenti nei prossimi mesi / anni, ma in tal caso difficilmente si aprirà il paracadute delle BCC e delle banche locali del territorio, che hanno già dato.
Bisognerà ricorrere, quando sarà possibile, ad un correttivo del rischio di credito che è rappresentato dalla garanzia di un Consorzio (Neafidi, Sviluppo Artigiano, etc.) appoggio integrativo sempre più richiesto da quasi tutte le banche per le Pmi con necessità finanziarie aggiuntive.
Bisognerà far l’abitudine anche per i leasing strumentali a pagare spread più ampi, ma soprattutto a ritornare a versare l’anticipo del 10% come prima rata, fino a l’altro ieri scomparso nella prassi, ma ritornato in auge ultimamente .
In estrema sintesi per le Pmi  il credito è ancora difficile da ottenere e a costi maggiorati.