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Ora le banche aiutino le Pmi sul serio 

2012-01-09 00:00:00.0000000

Ora le banche aiutino le Pmi sul serio

 

Il Governatore della Banca d’Italia in una intervista al ‘Sole 24 Ore’ del 24 dicembre dichiarava: le banche aiuteranno le Imprese. Le aziende di credito hanno chiesto liquidità in quanto temono il venir meno di poste del passivo ( raccolta interbancaria, collocamenti obbligazionari sul mercato)  e quindi di  dover ridurre le loro attività ossia i prestiti alle imprese e alle famiglie. L’intervento di politica monetaria della Bce mira proprio ad evitare che avvenga questa restrizione.

Ci chiediamo sarà proprio così?

A nostro avviso ciò non è scontato e cerchiamo di spiegare le nostre perplessità in proposito e la necessità di vigilare.

 

In effetti le banche italiane hanno ottenuto  mercoledì 21 dicembre 2011 dalla Banca Centrale Europea  116 miliardi Euro di finanziamenti triennali al tasso dell’ 1%.  La domanda è per farne cosa ?

 

Per finanziare le imprese e le famiglie ? Per comprare BTP o BOT ? Oppure semplicemente per rimborsare i propri debiti ( obbligazioni in scadenza ) nel 2012? O manterranno i fondi prudenzialmente depositati proprio in Bce, in attesa di tempi migliori.

 

Per il momento la ‘lotteria’  è stata vinta solo dalla banche , se i benefici ricadranno ed in quale misura sullo Stato ( acquisti titoli di stato) o sull’economia reale ( finanziamenti aggiuntivi) è tutto da verificare.

 

Se effettivamente le banche decideranno di far arrivare i benefici dell’operazione anche al sistema economico reale ( imprese/famiglie) il successo dell’operazione di rifinanziamento sarà concreto. La crisi di liquidità delle banche negli ultimi mesi aveva infatti ridotto il credito, fatto aumentare le condizioni applicate e rischia di strozzare l’economia, altro che crescita. La speranza è che ora il trend possa invertirsi.

 

Purtroppo il timore è che il flusso imponente di liquidità si fermi nel sistema bancario, portando pochi benefici specie alle Pmi alle quali si potrebbero riservare  alcuni interventi solo di facciata. Le banche hanno problemi di capitalizzazione  ( vedi i perversi effetti sulla quotazione in borsa di  Unicredit, prima banca che ha  deciso di rivolgersi al mercato per migliorare la sua capitalizzazione) ,  possono essere invogliate a realizzare facili utili investendo in titoli  di Stato al 6-7% contro il costo della provvista dell’1% e indotte a ciò anche dalla ‘moral suasion’ del governo,  che tenta in ogni modo di  ridurre l’effetto perverso dello spread sul Bund Tedesco.  Insomma il pericolo è  che, rimborsati i debiti in scadenza ( obbligazioni delle banche scadenti nel 2012), le banche siano indotte a realizzare utili facili investendo in Bot e BTP ottenendo così  contemporaneamente  la difesa dei corsi e di soddisfare   la pressione del governo.

 

Al momento tuttavia  verifichiamo che predominano ancora i timori per una crisi generalizzata  e la mancanza di fiducia sul dipanarsi della crisi mondiale ed europea in particolare,  tant’è che le banche hanno ridepositato in Bce  gran parte i fondi,  ottenuti come sopra ,  rimettendoci   lo 0,25%

(pagano  l’1% per finanziarsi, ottengono nei depositi  lo 0,75%).  Assurdo ma vero.

 

Si vive alla giornata per  giovedì /venerdì prossimo sono previste aste sui titoli di stato per circa 16 mld,  concentrate sui Bot/Btp massimo triennali a tassi prevedibili del 3,5%, valori verso i quali speriamo si incammini almeno il credito commerciale a breve termine,  mentre ricordiamo che il parametro attuale,  utilizzato dalle banche per i rincari, è stato   finora spread sui Bund, attualmente oltre il 5%.  Quindi ci attendiamo un miglioramento entro pochi giorni delle condizioni  applicate al credito a breve termine ( tasso sul sbf, anticipi fatture , finanziamenti all’import, scoperto transitorio di c/c). Se questo non avvenisse troverebbe conferma il sospetto che al di là della difficile contingenza economico-finanziaria, le banche  stanno ricostituendo i margini a spese dell’economia reale.

 

Stiamo a vedere quando le politiche europee ed il governo italiano sapranno convincere i mercati, intanto siamo attenti a verificare quanto e quando arriverà il credito  alle Pmi, perché,  l’ultimo pericolo che potrebbe incombere,  è quello che   la liquidità residua  potrebbe essere riservata alle grandi imprese in difficoltà e  quindi alle Pmi resterebbero  solo le briciole.

 

Come ufficio ci stiamo mettendo in moto per monitorare il mercato e  Vi informeremo tempestivamente se verificheremo che in queste prime settimane del 2012 nulla è cambiato in termini di erogazione del credito e di miglioramento delle condizioni.  Ci auguriamo invece di trovare una migliorata disponibilità operativa da parte delle banche e possibilità di negoziare condizioni tali da impostare piani finanziari per l’ esercizio 2012 con minori apprensioni per l’incidenza degli oneri finanziari.