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Impennata a fine anno degli insoluti 

2012-02-14 00:00:00.0000000

Impennata a fine anno degli insoluti

(con tendenza al peggioramento)

 

Secondo il rapporto della società Cribis D & B, specializzata nel business delle informazioni commerciali, pubblicato nel sole 24 ore di giovedì 2 febbraio, a fine 2011 è aumentato il rischio di insolvenza delle aziende, con un’impennata che segna il massimo degli ultimi quattro anni.

Settori più rischiosi: edilizia, commercio all’ingrosso, trasporti, e in coda l’agricoltura.

E’ una situazione preoccupante perché l’insolvenza, lo sappiamo bene, toglie liquidità, ma anche peggiora gli indici che vengono presi in considerazione dal sistema bancario nella formazione del rating creditizio.

L’anno 2012 non crediamo possa risultare migliore, quindi tutte le aziende debbono rimanere molto caute ed attente sulla scelta dei propri clienti e nell’accordare credito.

 

I termini di pagamento attualmente si sono allungati dai 60 giorni medi ai 90, ed è aumentata la percentuale degli insoluti, in un contesto di estrema volatilità, tanto che molte aziende si sono trovate a fine anno insolvenze inattese, causate da clienti storici che in molti casi si erano dimostrati buoni pagatori .

 

Quanto agli aspetti dimensionali, Cribis D&B sottolinea che le piccole e microimprese sono più vulnerabili ed esprimono livelli di rischi elevati con una percentuale dell’11,5%, un po’ meglio le medie aziende, mentre le grandi  presentano una rischiosità dimezzata al 6%.

 

Considerato che il sistema bancario ha tirato il freno a fine anno, diventa vitale, come avevamo anticipato mesi or sono in un’altra newsletter la buona gestione del circolante (magazzino-crediti-debiti), che è oramai più importante della crescita del fatturato se si vuole accedere al credito bancario. Una elevata percentuale di insoluti chiude molte porte delle banche in questo momento, un magazzino fuori controllo preoccupa il sistema bancario, fornitori mal gestiti impediscono la normale prosecuzione delle relazioni bancarie.

 

Speriamo che le organizzazioni di categoria, l’Abi ed il Ministero del tesoro, si rendano conto in fretta di tale situazione e organizzino un volano che possa ripristinare la regolarità dei pagamenti, come è avvenuto dopo l’introduzione della “moratoria” sui crediti e sui mutui del 2009/2010.

Il ripetere tale esperienza positiva (anche per chi ne ha già usufruito) potrebbe rappresentare l’opportunità fondamentale per superare le difficoltà previste per l’esercizio in corso.