UNA SEMPLIFICAZIONE PERICOLOSA
Ci è giunta voce che in questi ultimi mesi gli Istituti di Credito non verificano più l’esatta corrispondenza fra l’IBAN (codice identificativo europeo) e l’intestazione del beneficiario dell’ordine di pagamento.
In passato la banca, nell’accogliere gli ordini di bonifico, scartava quelli in cui verificava il mancato allineamento fra le due indicazioni.
Attualmente al fine di velocizzare la procedura, come richiesto da una direttiva europea, fa fede solo l’indicazione del codice IBAN, ed in caso di disallineamento la procedura esegue automaticamente comunque l’ordine, accreditando l’importo al beneficiario contraddistinto dal codice IBAN.
Conseguenze?
Ipotizziamo che un collaboratore infedele di un fornitore (A), che comprende la situazione, comunichi al cliente (B) come codice IBAN di A il conto corrente personale o quello di un suo complice terzo. Il cliente B alla scadenza, come convenuto, bonifica il suo fornitore A, indicando il codice IBAN truffaldino alla Banca che esegue l’ordine in modo automatico. L’accredito finirà sul c/c dell’impiegato infedele o del suo complice e solo a distanza di tempo, il fornitore, reclamando il mancato pagamento, metterà in moto le opportune verifiche scoprendo il raggiro.
Contromisure?
1) Verificare che l’indicazione del codice IBAN pervenga solo da persone autorizzate, e chiedere, specialmente se viene modificato nel tempo, conferma tramite Posta Certificata;
2) Verificare che inserimento e variazioni dell’IBAN nel sistema informatico aziendale, siano effettuate solo da pochi incaricati, prevedendo una successiva validazione da parte di un altro incaricato.
Le banche velocizzano le operazioni e le automatizzano per dare un servizio migliore, ma a volte pure meno costoso per loro. Il cliente deve verificare sempre se le nuove procedure, oltre alla possibilità di ottenere uno sconto, nascondano, come nel caso in questione, qualche rischio, dal quale è opportuno tutelarsi.