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QUALCOSA DEVE SUCCEDERE 

2014-02-12 00:00:00.0000000

QUALCOSA DEVE SUCCEDERE

La diminuzione in corso dei prestiti delle banche all’economia non è più sostenibile. Qualcosa si muove, ma bisogna accelerare gli aggiustamenti.

Le banche condizionate dai nuovi vincoli di Basilea 3, che le costringe in una morsa fra ridurre i prestiti e/o aumentare il capitale, dagli imminenti stress test previsti dalla Bce e dall’aumento esponenziale dei crediti in sofferenza o di dubbia esigibilità, non solo non erogano più il credito, ma stanno riducendo i fidi anche alle aziende sane aumentando nel contempo il costo del denaro.

Il rischio di deflazione si è fatto serio e il Governatore della Bce sta attentamente valutando come intervenire. Le soluzioni per immettere liquidità nel sistema bancario europeo, oramai a due velocità fra i paesi del Nord e l’Eurozona dei paesi mediterranei, devono essere diverse rispetto al passato.

Ricordiamo come la Bce abbia - con due tranche da 1.000 miliardi di € - immesso in passato nell’eurozona liquidità che ha portato la moneta in circolazione dai normali 800/1000 miliardi pre crisi del 2008 ai 3.000 miliardi del 2011/2012. Come abbiamo verificato, tale liquidità è stata utilizzata dalle banche per sistemare i loro bilanci ed investire in titoli di stato, ben poco, almeno per l’Italia, è arrivato al sistema economico. Attualmente la liquidità sta scendendo e molte banche Nord Europee, comprese alcune nostre, appartenenti ai gruppi maggiori, stanno restituendo i prestiti speciali avuti a suo tempo dalla Bce. E’ stato calcolato che l’attuale moneta in circolazione in Europa è scesa a 2.800 miliardi di €, proprio in una fase che si spera di superamento della crisi e quindi potenzialmente espansiva, per cui il rischio di deflazione si sta facendo forte in presenza di un indice di inflazione media in EuropLa a solo dello 0,7%. Bce sta meditando di costringere le banche a finanziare l’economia applicando sui depositi delle banche più liquide un tasso negativo, ma tale manovra avrà effetti secondo noi sul Nord Europa, mentre per le nazioni europee in ritardo nel superamento della crisi sono necessari provvedimenti alternativi quali:

-intervento della Bce presso le banche in crisi, assorbendo crediti di imprese e famiglie; intervento possibile se in precedenza tali crediti siano stati cartolarizzati e quindi immettendo tramite tale via nuova liquidità da destinare in modo vincolante al sistema economico e alle Pmi in via prioritaria;

-creazione di bad-bank (banca destinata a raccogliere i crediti inesigibili) nelle quali far affluire i crediti inesigibili o di dubbia esigibilità, in modo da separare l’enorme flusso di sofferenze, che impedisce la normale attività delle banche, dalla funzione ordinaria dell’ erogazione del credito. Tale operazione è comunque urgente e propedeutica alla cartolarizzazione dei crediti esigibili da spendere preso la Bce, come sopra indicato, al fine di ottenere liquidità aggiuntiva e a basso costo.

Timidi segnali che sia la Bce che il sistema bancario italiano si stiano attrezzando per risolvere la attuale crisi di liquidità che impedisce l’erogazione regolare del credito ci sono, speriamo si concretizzino a breve,

Intanto dobbiamo salutare con favore la svolta europea della Germania, avvenuta venerdì 7 febbraio con la storica decisione della Corte costituzionale federale tedesca che ha demandato alla Corte di Giustizia Europea il giudizio sull’operato della Bce. In soldoni il programma di interventi a salvataggio del’Euro, il così detto OMT ( Outright Monetary Transactions), di fatto è salvo e ciò ha rassicurato i mercati che subito hanno reagito positivamente portando il famigerato spread BTP/BUND a 200 punti ed il rendimento dei BTP decennali attorno al 3,6%.

Un segnale positivo che attende di divenire più forte e concreto una volta conclusi gli imminenti aumenti di capitale previsti per numerose banche (Banco Popolare di Verona, MPS, UBI, Carige) ed i progetti di bad-bank annunciati dal gruppo Intesa /Cassa di Risparmio del Veneto e da Unicredit. Latita ancora la politica industriale di un governo attualmente imballato e lontano dai problemi urgenti delle Pmi, occupato com’è a cercare di sopravvivere, mentre riteniamo che nonostante tutto il sistema delle banche e delle Pmi possano di nuovo ritornare in sintonia e ridare slancio all’economia reale.