I mercati chiedono certezze
Le turbolenze finanziarie che si sono verificate nelle ultime settimane in Italia non sono opera di un complotto internazionale che trama sulle sorti del Paese approfittando del periodo di assenza o di trattative per la formazione del governo.
Sono il risultato di situazioni di incertezza interna ed internazionale che sta colpendo tutti i paesi più indebitati del mondo, ma che si è concentrata in Italia per le improvvide dichiarazioni di alcuni esponenti politici e dei loro consiglieri economici, durante la fase di formazione del nuovo governo.
A governo costituito e superate le tensioni e le incomprensioni di avvio, al Paese e ai cittadini è rimasto un aumento dello spread di circa 100 punti base, che attualmente costa 1,7 miliardi di interesse e che ne costerà 3,4 miliardi il secondo anno, 6,8 miliardi il terzo e così via. Costo che tra l’altro sarà a carico dei cittadini per i prossimi anni, se le condizioni non muteranno.
E’ necessario che cittadini, imprese, risparmiatori, giornalisti e politici capiscano che i mercati si muovono su prospettive razionali di rischio e di rendimento. Non esiste una manipolazione dello spread, un complotto contro l’Italia. La speculazione opera, ma lo fa in tendenza e quindi non è l’origine delle tensioni, bensì le cavalca.
Quando i gestori di patrimoni, a cui milioni di risparmiatori chiedono tutela dei denari affidati e conferma del rendimento atteso, hanno letto dichiarazioni più o meno ufficiali, sull’eventualità di un’uscita dell’Italia dall’Euro, si sono irrigiditi. Nonostante le successive affermazioni istituzionali tranquillizzanti, da parte del governo e del Governatore di Banca d’Italia, e anche se si ritiene l’evento della rottura dell’Euro molto improbabile, molti operatori finanziari hanno dato seguito alla modifica della composizione dei portafogli gestiti, vendendo titoli Italia. Questo atteggiamento di vigile attesa degli eventi è stabile, motivo per cui i 100 punti base di aumento dello spread permangono tuttora.
Gli investitori temono ora che i vincoli di bilancio possano non essere rispettati per dar seguito ai programmi elettorali dell’attuale maggioranza. Stanno attenti alla probabilità che, in mancanza di coperture certe, non si accumuli altro debito pubblico.
Inoltre ad aumentare la situazione di incertezza è l’annunciato cambiamento nell’acquisto dei titoli di stato (Quantitative Easing) da parte del Governatore della Bce Draghi. E’ un annuncio positivo perché è il primo segnale di un ritorno alla normalità monetaria in Europa. Tuttavia questa modifica preoccupa l’Italia data la presenza di segnali di rallentamento della crescita economica. L’annuncio è stato accompagnato dalla precisazione che in caso di rallentamento economico e mancato ottenimento del target di inflazione del 2%, l’operazione di Q.E. potrebbe ricominciare.
In questo scenario le incertezze e i contraccolpi nell’interscambio commerciale generati dalla politica di Trump, che impone dazi a Cina ed Europa e fa aumentare i tassi americani per finanziare la sua politica protezionista, non fanno bene ai paesi emergenti con i quali l’Europa e l’Italia interagiscono a livello import/export. Altra incertezza sui mercati.
Paesi quali Argentina, Turchia, Brasile, Filippine, Egitto, Perù, tutti segnati da un elevato debito sovrano in dollari Usa, hanno subito un grosso contraccolpo valutario dall’aumento dei tassi Usa e hanno visto il loro indebitamento attuale e prospettico aumentare a causa del maggior peso per interessi.
Tutto ciò fa presagire un’estate calda e turbolenta, al di là delle note vicende interne generate dal cambio di governo e dai nuovi rapporti di forza da negoziare nella Ue.
Pertanto se da un lato Draghi rassicura i mercati sulla politica di stabilità di tassi bassi nonostante sia al termine l’intervento sui titoli di stato, dall’altra comincia ad affiorare l’idea che forse sarebbe meglio tutelarsi, in prospettiva di un loro aumento repentino e di conseguenza del costo del denaro, che potrebbe portare qualche azienda esposta sul fronte del debito finanziario ad avere difficoltà ad onorarlo.
Coprirsi dai rischi per tempo costa, tuttavia garantisce qualche certezza in più.