Se si taglia ancora il credito, crolleranno le imprese»
Il futuro delle banche venete è nelle mani del fondo Atlante.
Tra poco i nuovi board delle due banche in crisi, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, riprenderanno in esame gli affidamenti alle Pmi. I bilanci di molte aziende verranno pesantemente perturbati dalle svalutazioni delle partecipazioni e dall’azzeramento del valore delle azioni delle banche. Se verrà usata la mannaia con le aziende venete incappate in fidi baciati o con pesanti minusvalenze da investimento in titoli, si taglierà anche il ramo su cui è seduto il fondo stesso. Se verranno affossate le aziende venete verranno probabilmente affossati anche i bilanci di altre grandi banche italiane. La reazione dei mercati nelle quotazioni borsistiche delle banche, penalizzate in questi giorni, lo sta a dimostrare.
Chi ha sbagliato paghi ma bisogna andare avanti – Si deve ripartire dai fondamentali del Paese: da un lato salvare le banche per evitare crisi sistemiche, dall’altro ricordare che un mondo fatto di banche forti e imprese deboli pone un problema di seria crisi sistemica, sulla quale tutte le Istituzioni devono operare con rapidità e massima attenzione, senza scaricare sugli altri colpe ad evitare l’effetto domino.
E’ il momento della coesione fra società civile, istituzioni e politica.
Gli interventi messi in campo per fronteggiare la crisi delle banche popolari del Veneto sono stati necessari e opportuni, tuttavia il nostro sistema imprenditoriale ha sofferto molto in questi lunghi anni di crisi. In questa fase di ancora fragile ripartenza il Veneto non riesce a sopportare altri shock, men che meno quello di una pesante riduzione del credito, già erogato normalmente con criteri restrittivi.
Finora le aziende sono state valutate quasi esclusivamente per gli elementi quantitativi e troppo poco per quelli qualitativi. Qualora si iniziasse ad analizzare i bilanci delle imprese sotto un’ottica diversa, scopriremmo che i valori intangibili, finora trascurati, stanno assumendo importanza fondamentale. Bisogna “usare” il trauma delle banche venete per far sì che le imprese si riscattino, agiscano e resistano, dando loro il tempo necessario per recuperare equilibrio e redditività.