QUELLO CHE NON SI HA IL CORAGGIO DI DIRE
-che il sistema bancario europeo è in crisi strutturale e neanche i tedeschi ne usciranno senza danni
-che i banchieri non si fidano e non sanno cosa fare, condizionati dal deflusso dei depositi
-che i governi non agiscono per lo sviluppo e la ripresa, concentrati solo sul contenimento del debito
La situazione del credito è non solo difficile, ma sembra irrisolvibile. Le comuni giustificazioni che l’Abi ed il Governo danno e che è una questione di tempo non convincono: bisogna aspettare che la liquidità concessa da Bce arrivi all’economia reale ed i rubinetti del credito si riapriranno a condizioni meno care .Intanto dei mille miliardi di € presi a prestito quasi 800 continuano ad essere parcheggiati allo 0,25%, presso la Bce stessa. Segno che i banchieri non si fidano ad impiegare tutta questa liquidità. Tanto che si vocifera che alcune banche , fra le quali anche
In effetti non è solo il sistema bancario italiano in difficoltà, ma è tutto il sistema bancario europeo che è in crisi finanziaria ed il credit crunch è generato da un deposit crunch ( calo dei depositi per la crisi e recessione europea imperante) , crisi accompagnata da una sbagliata architettura del sistema dei pagamenti europeo ( denominato Target 2), che funzionava in periodi di sviluppo ma che in una fase di crisi strutturale si è bloccato in quanto non si era tenuto conto della circolarità dei rapporti.
In deposit crunch sono le banche dei paesi a più alto deficit ( solo in l’Italia il deficit di raccolta – funding in inglese- delle banche rispetto agli impieghi ammonta a 383 miliardi di € , aggravato nel corso del 2011 da gennaio novembre di 50 miliardi – dati Sole 24 ore – del 3 aprile 2012).
In ansia per la tenuta dell’Euro ed il funzionamento dei mercati è invece la Bundesbanck , chi l’avrebbe mai detto, che è oramai creditrice per oltre 600 miliari di Euro nei confronti della Banca d’Italia e di tutte le altre banche centrali dei paesi deboli. In sostanza le banche centrali dei paesi deboli sono diventate debitrici di tale somma ingente in quanto, a seguito della così detta balcanizzazione dei mercati finanziari nazionali, il mercato interbancario europeo si è in quest’ultimo anno inceppato . A causa della mancanza di fiducia fra banche, il sistema di pagamenti europeo denominato Target 2 funziona solo con i fondi che si prestano fra loro le banche centrali. Il meccanismo ha funzionato così: le banche dei paesi deboli faticavano ad ottenere liquidità sull’interbancario e si sono rivolte alle rispettive Banche centrali, che a loro volta si sono rivolte alla Bundesbank , che piena di liquidità depositata dalle banche tedesche, che invece raccolgono sui mercati a piene mani e a tassi vantaggiosi, ha finanziato il sistema . Intanto la Bce con i suoi interventi ha dato circa mille miliardi di € al sistema bancario europeo: nei paesi deboli le banche hanno reinvestito parte della liquidità nei titoli dei rispettivi stati , lucrandoci, parte l’hanno parcheggiata in Bce per poter onorare i debiti (obbligazioni) in scadenza nei prossimi mesi-anni- non fidandosi della ripresa dell’economia e della fiducia dei risparmiatori. Il sistema bancario tedesco invece ha depositato la liquidità in Bundesbank , che ha pensato di lucrare sui differenziali dei tassi, ma solo da poco ha capito che si è assunta indirettamente il rischio di ultima istanza e di non poter assieme alla Germania di fatto più uscire dall’Euro senza grossi danni.
L’irrigidimento della Germania più che dalla crisi Greca, crediamo nasca da tale ipotesi contabile, e solo in questi giorni anche l’establishment tedesco sta prendendo atto che la crisi dei depositi, generata dalla caduta della produzione e dello sviluppo in Europa, sia l’origine della attuale carenza di credito nei paesi deboli e possa alla fine condizionare negativamente la Germania stessa.
Ora la Bce, messa una toppa con l’iniezione di liquidità, deve spiegare ai governi, Germania in testa, che il sistema bancario è molto fragile in tutti i paesi Europei (
Negli anni 30 la riforma del sistema bancario riuscì, accelerando il processo di investimento in un paese allora povero di capitali e ricco di dissesti bancari. Perché non riprovare l’esperienza di allora?