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Banche deboli in tutta Europa 

2016-07-12 00:00:00.0000000

 BANCHE DEBOLI IN TUTTA EUROPA

Un recentissimo studio di Barclays dimostra che non sono solo gli istituti italiani a soffrire in queste settimane post Brexit: la crisi bancaria è Europea anche se declinata in vari stadi di gravità e con varie sfaccettature che variano da paese a paese.

Ed Europea dev’essere la risposta poiché dalle banche passa la linfa all’economia reale di tutto il continente e, banche vulnerabili, non hanno la forza di sostenere la ripresa delle imprese, degli investimenti e dell’economia.

Tutte le banche europee soffrono per la bassa redditività ed i costi troppo elevati, problema che si somma ai nodi specifici di ogni singolo stato: Grecia, Cipro, Irlanda, Italia e Portogallo soffrono per i crediti in sofferenza, avendo subito in maniera più pesante la recessione; in Germania e in alcuni paesi nordici sono i derivati delle grandi banche a spaventare i mercati,  considerati titoli tossici in bilancio e dunque illiquidabili; in Gran Bretagna invece la crisi immobiliare allarma gli analisti. Senza contare le difficoltà enormi delle banche regionali tedesche: intrighi di poteri locali, gestioni opache e problemi contabili.

Se è sbagliato sminuire la gravità della situazione italiana, come per troppi anni ha fatto la politica, è altrettanto sbagliato non prendere atto che la crisi bancaria riguarda molte banche europee.

Il primo motivo di sofferenza nasce dalla politica a tassi zero della BCE che tagliando il costo del denaro ha drasticamente ridotto i ricavi di chi lavora intermediandolo. In Italia nel complesso, gli istituti di credito sono riusciti a generare ricavi grazie all’aumento delle commissioni.

Inoltre la bassa redditività incide maggiormente sulle banche con una struttura dei costi elevata (filiali, uffici, etc.) ma anche su questo nodo lo studio di Barclays ha dimostrato che il problema dei costi incide meno in Italia che all’estero.

Questo non significa affatto che le banche italiane siano migliori di altre bensì che, dopo anni di crisi, è l’intero sistema creditizio europeo a soffrire.

Sarebbe controproducente far finta di nulla e, cosa più importante, non si può più perdere tempo.