FONDO GARANZIA E MINI-BOND
Armi ancora sottoutilizzate
Da un lato le incertezze sulla ripresa che frenano la domanda di prestiti da parte di Pmi performanti e con rating appetibile, dall’altro l’elevata rischiosità delle Pmi che invece richiedono interventi o ripianamenti di debiti pregressi, da cui rifiuti a nastro di accogliere domande aggiuntive e semmai rientri a volte precipitosi. Sono tutti elementi cha hanno contribuito a creare un circolo vizioso provocando nei primi nove mesi del 2013 un calo del credito alle imprese erogato da parte delle banche del 4,2%.
Il bollettino della Bce conferma che negli ultimi sei mesi circa il 50% delle Pmi italiane, rispetto al 35% della media Europea, non è riuscita ad ottenere i finanziamenti su cui aveva contato per portare avanti la propria attività.
Il credito è il vero assillo, tanto da essere considerato dal 20% delle Pmi italiane, il problema prioritario di questa fase recessiva, contro l’8% degli imprenditori tedeschi.
Il tasso medio di interesse, applicato ai prestiti sotto 1 milione di Euro, si è attestato al 4,5% p.a., oltre 160 punti base superiore alle condizioni praticate in Germania e Francia.
Qualche cura per lenire questa cronica penuria di credito è stata somministrata, quale il plafond di 10 miliardi, convenzione Abi-Cassa Depositi e Prestiti, per mitigare i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione (peraltro di difficile accesso per complicazioni nella certificazione dei crediti) o il rafforzamento operativo del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi, che tramite i diversi Consorzi e/o il Mediocredito Centrale, sta facendo aprire o confermare i rubinetti del credito a un numero sempre più consistente di Pmi. Anche
Infine anche l’altro strumento innovativo per l’accesso al credito che è il Mini-Bond, sta attendendo decreti attuativi e novità legislative che ne agevolino lo sviluppo del loro utilizzo.
Le novità attese sono quelle che le Pmi possano emettere mini-bond garantiti da immobili o altri beni reali, da cui una più facile cartolarizzazione, in modo da liberare gli attivi delle banche e aumentare la loro capacità di erogare nuovi prestiti. Ma soprattutto si attende l’autorizzazione per le assicurazioni ad acquistare i mini-bond oppure ad investire in fondi specializzati negli acquisti di tali obbligazioni. La potenza d’urto delle Assicurazioni potrebbe veramente creare un nuovo ed alternativo mercato.
Urge trovare canali alternativi e sostitutivi almeno in parte del credito bancario, perché il sistema delle banche, almeno in questa fase in cui sono preoccupate a raggiungere gli obiettivi di Tir 1, non sono più in grado di erogare.
Se le nostre istituzioni facessero meno convegni e meno proclami e si occupassero di più a mettere a disposizione delle Pmi rapidamente almeno quello che annunciano, forse una svolta, anche se modesta, alla penuria di credito si sarebbe già verificata.